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Riunione riservatissima qualche giorno fa allo Stato maggiore della Difesa per discutere del previsto passaggio all’Arma dei Carabinieri di quasi settemila agenti (su ottomila in totale, gli altri verranno dispersi tra Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco) del Corpo forestale dello Stato. La prevista militarizzazione dei forestali ha già provocato molte proteste da parte dei sindacati dei corpi di sicurezza. Ma dalla riunione è emerso come non saranno né il Parlamento né i sindacati a creare i maggiori problemi perché pare che meno di tremila forestali su 7034 previsti potranno transitare nei Carabinieri.

Il Comando generale ha infatti “scartato” quasi quattromila agenti per varie ragioni, idoneità fisica, età, profili di carriera, stato di servizio, oltre a una serie di altri parametri e valutazioni che non sono stati discussi nel dettaglio. Un risultato forse non previsto, che va ulteriormente ad aggravare i bilanci dei Carabinieri oltre alle spese ingenti già previste, dalle divise alle auto da ridipingere e reimmatricolare, alle caserme da riconvertire agli standard dell’Arma.

Alcuni dei presenti alla riunione, i Carabinieri stessi in particolare, hanno lamentato la fretta e l’approssimazione con cui il decreto legislativo è stato elaborato senza prima aver fatto una ricognizione approfondita della situazione. In perfetto stile da annuncite renziana.

Il risultato: all’inizio del 2017, quando il decreto dovrebbe entrare in vigore, il Corpo forestale dello Stato non esisterà più e i Carabinieri, a quel punto, avranno oltre quattromila uomini in meno mentre i forestali che l’Arma non vuole nei suoi ranghi si ritroveranno improduttivi e parcheggiati in sovrannumero nelle amministrazioni statali senza sapere cosa fare. Con ecomafie e vandali ambientali vari già pronti a razziare il territorio lasciato incustodito.